mercoledì 15 luglio 2009

Tutte scuse

“…In the sun
In the sun I feel as one
In the sun
In the sun
I'm married
Buried…”


Dalla radio uscivano le parole calde e uniche di una canzone che ascoltava quando era ragazzino.
Erano parole vere, piene di rabbia e sudore sulla fronte, proprio come gli anni dell’adolescenza.
Anni di gioie e rivoluzioni.
Quelle erano parole di uno che come lui, che ne aveva viste e sentite di tutti i colori.
Parole che spesso sembravano tutte scuse, proprio come il titolo di quella canzone.

Quella mattina mentre andava a fare il suo mestiere, il nostro super eroe preferito, aveva salvato un vecchietta davanti al supermercato che rischiava di essere investita da un camion che faceva retromarcia, aveva sventato una rapina in banca e aveva evitato un’invasione aliena sul nostro pianeta.

Doveva essere soddisfatto quel giorno e invece non lo era affatto.
Il problema è che non capiva neppure lui perché.
Era in una posizione davvero invidiabile: era il più grande super eroe di tutti i tempi, gli avevano dedicato una serie tv, una triologia di film, una serie a fumetti ed era in odore di nomination per il premio nobel per la pace.
Aveva sconfitto una serie infinita di nemici e super cattivoni, aveva combattuto contro mostri, alieni e macchine assassine sempre con successo.

Era sulla cima del mondo e volava dove voleva.
Intorno alla Terra, alla Luna e anche intorno alle stelle.
Ultimamente arrivava fino al sole dove si sentiva davvero unico e speciale.
Li davvero non arrivava nessuno, solo lui e le sue scuse potevano arrivare e trovare pace.
Lui lo sapeva e lo faceva stare bene.
Non era una questione di egoismo o quant’altro, era solo il suo preziosissimo e intimo rifugio.

Perché, anche voi che non siete super eroi, non ne avete?



Da: "Thunderman - Il più grande supereroe di tutti i tempi"
Cap. 002